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PESARO - Un senso di angoscia costante vissuto da Leonardo, arrivato al punto di non farcela più. E’ quanto emerge dalla perizia effettuata sui cellulari di Leonardo Calcina, il 15enne che il 13 ottobre scorso si tolse la vita sparandosi con la pistola d’ordinanza del padre. A riferire i contenuti dell’esame peritale, l’avvocato Pia Perricci, legale dei genitori di Leonardo.
"E’ emerso - dice Perricci - che la famiglia di Leonardo era molto unita, a dispetto delle voci messe in giro da terze persone, ci sono tanti messaggi di amore e comprensione tra Leo e i genitori. I genitori hanno raccontato la verità al millesimo. Leonardo era allo sfinimento della vita, esasperato, senso di angoscia, che non sapeva come togliersi di dosso esattamente due giorni prima di suicidarsi. Non sapeva più come risolvere questo problema. E ci sono i nomi di quattro ragazzi, due maschi e due femmine. In una chat con un amico, vengono fuori questi nomi. L’avvocato Perricci riferisce che in un passaggio di una chat Leonardo dice "Li avrei voluti ammazzare", parlando dei quattro compagni di classe dell’Istituto Superiore Panzini di Senigallia. Lui piuttosto che agire in questa direzione, lo ha fatto su se stesso, ha continuato il legale. "Mi sono arrivate tante lettere anonime, tante persone sanno. Invito questi ragazzi a dire quello che sanno. Le indagini devono andare avanti, in Italia c’è stato solo un caso di istigazione al suicidio, considerato che non esiste ancora il reato di bullismo. Noi daremo battaglia fino alla fine, perchè c’è sicuramente una responsabilità civilistica della scuola, che affronteremo in separata sede. A mio parere ci sono gli estremi per un’istigazione al suicidio perchè ci sono frasi molto significative. E anche laddove la Procura voglia chiedere un’archiviazione, finora dichiariamo che faremo opposizione chiedendo un’imputazione coatta, perché ci sono segni evidenti di istigazione". I genitori di Leonardo sono venuti a conoscenza dei contenuti della perizia direttamente dalle parole dell’avvocato Perricci. Dice il papà Francesco Calcina, Papà Leonardo: "Sono momenti difficilissimi. Quello che facciamo, lo facciamo sopra le nostre forze per arrivare ad un obiettivo, Ho il sospetto che ci sia un clima per cui chi deve parlare non parla. La nostra condanna è a vita, chi deve parlare parli. Aggiunge la mamma Viktoryia Ramanenka: "I professori quando hanno visto quello che succedeva durante le lezioni, come mai non hanno fatto le segnalazioni? Mi viene il dubbio che le segnalazioni siano state fatte al preside e lui non abbia fatto nulla. All’interno delle famiglie di questi ragazzi, che cosa gli stanno insegnando? Nulla, un zero assoluto. Un adulto non farebbe mai una cosa simile. Non auguro a nessun genitore di passare quello che stiamo passando noi. Chi sta zitto è un complice". 

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