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TERAMO - Il Convitto Delfico di Teramo, che ospitava circa 1.200 studenti, resta chiuso e le speranze di una riapertura alle lezioni, dopo il sequestro dello storico immobile di piazza Dante nell’ottobre del 2024, adesso sono riposte solo ed esclusivamente ai lavori per l’adeguamento sismico: il Tribunale di Teramo ha rigettato l’appello proposto dalla Provincia contro il provvedimento del Gip che aveva negato la revoca del dissequestro dell’edificio scolastico.


Pur prendendo atto delle nuove indagini e delle contrapposte valutazioni tecniche (quelle della difesa e quelle critiche del Cta), il Collegio giudicante "ritiene decisivo e non controverso il fatto che l’indice di vulnerabilità 0,43 è da considerarsi significativamente inferiore allo standard minimo dello 0,6". Lo stato di pericolo dell’edificio, quindi, secondo il Tribunale, rimane "concreto e attuale in ragione della combinazione di tre elementi: la significativa deviazione dallo standard di sicurezza minimo; la destinazione funzionale dell’edificio (una scuola, con elevata affluenza); il grado di rischio sismico della zona".


"Abbiamo fatto tutto quanto possibile, tre gruppi di esperti, rilievi fino a LC3, massimo livello di valutazione di una struttura - commenta il presidente della Provincia di Teramo, Camillo D’Angelo - adesso non ci resta che pensare a far partire al più presto il cantiere per l’adeguamento sismico del palazzo. Il finanziamento c’è, la ditta aggiudicataria anche, il cronoprogramma è già contenuto negli atti di gara. La scelta di far scorrere su binari paralleli la vicenda giudiziaria e quella relativa alla ricollocazione della comunità scolastica nel campus della Cona si è rivelata la più avveduta". 

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