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“Grazie alla determinazione dei lavoratori, al sostegno della comunità locale e all’impegno delle istituzioni, è stata scongiurata la chiusura dello stabilimento Beko di Comunanza. La firma dell’accordo rappresenta un traguardo importante, frutto di una mobilitazione corale e di un lavoro sindacale costante e incisivo. Tuttavia il percorso è tutt’altro che concluso: ora si apre una seconda fase, decisiva per il futuro del sito industriale”. E’ quanto sostengono in una nota le Rsu e le segreterie provinciali e regionali di Fim-Cisl, Fiom-Cgil E Uilm-Uil, ricordando che lo stabilimento ha però bisogno di una prospettiva industriale di lungo termine.
“Per garantirne la sostenibilità economica e occupazionale, sarà fondamentale assicurare adeguati volumi produttivi e rafforzare l’intero indotto, che rappresenta un pilastro per l’economia dell’entroterra ascolano. In quest’ottica, la nuova lavasciuga annunciata potrebbe diventare un’opportunità concreta di rilancio, a condizione che si tratti di un prodotto di fascia alta, in grado di posizionarsi con forza in un mercato europeo sempre più competitivo”.
Proprio per questo, i sindacati richiamano la necessità di sostenere commercialmente il riposizionamento del marchio Beko nel segmento premium del settore elettrodomestico. Fim, Fiom e Uilm ribadiscono l’impegno a mantenere alta l’attenzione sul rispetto degli accordi, promuovendo un monitoraggio costante e avanzando proposte per traghettare lo stabilimento verso un futuro stabile e duraturo. L’obiettivo condiviso è dare continuità produttiva e occupazionale a un territorio montano che ha già pagato un prezzo alto in termini di dismissioni industriali. “Radicare Beko nel territorio significa garantire un futuro dignitoso a centinaia di famiglie e salvaguardare la vocazione produttiva dell’intera area montana ascolana”, concludono le Rsu e le segreterie provinciali e regionali di Fim-Cisl, Fiom-Cgil E Uilm-Uil.
“Per garantirne la sostenibilità economica e occupazionale, sarà fondamentale assicurare adeguati volumi produttivi e rafforzare l’intero indotto, che rappresenta un pilastro per l’economia dell’entroterra ascolano. In quest’ottica, la nuova lavasciuga annunciata potrebbe diventare un’opportunità concreta di rilancio, a condizione che si tratti di un prodotto di fascia alta, in grado di posizionarsi con forza in un mercato europeo sempre più competitivo”.
Proprio per questo, i sindacati richiamano la necessità di sostenere commercialmente il riposizionamento del marchio Beko nel segmento premium del settore elettrodomestico. Fim, Fiom e Uilm ribadiscono l’impegno a mantenere alta l’attenzione sul rispetto degli accordi, promuovendo un monitoraggio costante e avanzando proposte per traghettare lo stabilimento verso un futuro stabile e duraturo. L’obiettivo condiviso è dare continuità produttiva e occupazionale a un territorio montano che ha già pagato un prezzo alto in termini di dismissioni industriali. “Radicare Beko nel territorio significa garantire un futuro dignitoso a centinaia di famiglie e salvaguardare la vocazione produttiva dell’intera area montana ascolana”, concludono le Rsu e le segreterie provinciali e regionali di Fim-Cisl, Fiom-Cgil E Uilm-Uil.
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