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ANCONA – «Ricordare la figura di mio padre Carlo Urbani significa educare le nuove generazioni alla responsabilità collettiva, alla solidarietà globale e all’impegno per un mondo più giusto». Con queste parole Luca Urbani, 29 anni, vicepresidente dell’Associazione Italiana Carlo Urbani (AICU), ha partecipato oggi alla seduta del Consiglio regionale delle Marche, dedicata alla memoria del celebre medico di Castelplanio che nel 2003 identificò per primo la Sars in Vietnam, perdendo la vita poco dopo a causa della stessa malattia.
Una figura simbolo, quella di Carlo Urbani, che continua a ispirare non solo nel campo medico, ma anche nel mondo della cooperazione internazionale. Luca, infatti, ha scelto di seguire le orme del padre, pur intraprendendo un percorso diverso: non è medico, ma cooperante in ambito umanitario, impegnato in progetti di sviluppo e solidarietà nei Paesi più fragili.
«Ho lavorato con diverse organizzazioni internazionali – ha raccontato – occupandomi di scrivere e gestire progetti che possano rispondere ai bisogni concreti delle popolazioni più vulnerabili».
Il suo ultimo incarico lo ha portato in Mali, dove per un anno ha seguito interventi in sicurezza alimentare, educazione e protezione per conto di una ONG francese. Un’esperienza intensa, che gli ha permesso di “toccare con mano” le disuguaglianze di cui il padre parlava con passione.
«Vivendo in contesti difficili – ha spiegato Luca – mi rendo conto ogni giorno di quanto siano gravi e profonde le condizioni in cui vivono milioni di persone. Questo mi dà ancora più forza per continuare: è un modo per onorare l’impegno di mio padre e per cercare, nel mio piccolo, di portare avanti il suo messaggio».
Nel corso della seduta consiliare, sono state anche premiate alcune classi di studenti partecipanti al Premio giornalistico Carlo Urbani 2025, un’iniziativa volta a diffondere i valori di solidarietà, impegno civile e attenzione agli ultimi che Carlo Urbani ha incarnato fino all’ultimo giorno della sua vita.