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La notte di violenza a San Benedetto del Tronto ha scosso l’intera comunità. Una rissa tra due gruppi rivali, esplosa prima in una discoteca e poi degenerata in un accoltellamento in strada, ha portato alla morte di Amir Bhenkarbush, 24enne di Giulianova, e al ferimento di altri tre giovani, di cui uno in condizioni critiche.
Una lite in discoteca sfociata nel sangue
Secondo le prime ricostruzioni, lo scontro è iniziato all’interno di un locale, probabilmente per futili motivi, e poi proseguito sul lungomare nord, dove la situazione è rapidamente degenerata con l’uso di armi da taglio. Bhenkarbush, nato in Italia da una famiglia di origini nordafricane, è stato colpito all’addome con un coltello ed è morto dissanguato vicino alla sua auto, una Fiat Panda azzurra, successivamente sequestrata dai carabinieri.
Grave anche un giovane italiano di Grottammare, colpito al volto durante la rissa. In un primo momento era rientrato a casa, ma si è poi reso conto della gravità della ferita e ha chiesto aiuto ai sanitari del 118. È stato trasportato d’urgenza all’ospedale Torrette di Ancona, dove è stato operato e si trova in coma farmacologico.
Il passato della vittima e il legame con un altro ferito
Gli inquirenti stanno scavando nel passato delle persone coinvolte, e i primi dettagli emersi fanno luce su una vicenda ancora più complessa. Bhenkarbush e uno dei feriti erano entrambi sotto processo davanti al tribunale di Teramo per un episodio di tentato omicidio avvenuto nel 2023 in un pub della costa, in cui venne utilizzato un machete. Dopo un periodo di custodia cautelare, entrambi erano stati scarcerati. Questo elemento potrebbe essere fondamentale per comprendere le ragioni dello scontro e individuare eventuali vendette o regolamenti di conti dietro la tragedia.
Indagini in corso e ricerche delle armi
Le forze dell’ordine, coordinate dalla Procura di Ascoli Piceno, stanno analizzando le immagini delle telecamere di sicurezza per ricostruire la dinamica dell’accaduto e identificare con certezza i responsabili. Un machete è stato rinvenuto all’interno della Panda sequestrata, ma non è ancora chiaro se sia stato utilizzato nell’aggressione.
Gli investigatori hanno perquisito l’intera zona del lungomare, aprendo tre tombini, probabilmente nel tentativo di recuperare l’arma del delitto. Il presunto aggressore, un 23enne residente nel Teramano, è stato fermato lungo la Statale 16 in zona Ragnola, mentre altri giovani, alcuni extracomunitari gravitanti tra San Benedetto, Grottammare e il vicino Abruzzo, sono stati identificati e ascoltati in caserma. Non si escludono misure cautelari nelle prossime ore.
Le reazioni istituzionali: "Situazione fuori controllo"
L’episodio ha scatenato forti reazioni da parte delle istituzioni e delle forze politiche. Il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, ha chiesto un intervento immediato del Governo:
«I drammatici eventi che si sono verificati la scorsa notte a San Benedetto del Tronto ci lasciano particolarmente sconvolti, anche perché arrivano al culmine di una serie di episodi locali che fanno scattare un campanello d’allarme a cui non possiamo restare indifferenti», ha dichiarato il governatore, aggiungendo di aver sollecitato un confronto con il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. «Ho chiesto al Ministro di anticipare la sua visita concordata solo pochi giorni fa per fare il punto della situazione, affinché si prendano le giuste iniziative per contrastare il proliferare di questi fenomeni che minano la sicurezza della nostra comunità».
Anche il sindaco di San Benedetto, Antonio Spazzafumo, ha lanciato un allarme: «Credo che si sia arrivati a un punto di non ritorno. Serve più presenza tangibile e diffusa delle forze dell’ordine, ma bisogna anche intervenire sulle cause profonde di un malessere sociale che non è stato ancora pienamente compreso».
Il segretario provinciale del Siulp, Benedetto Fanesi, ha definito inadeguato il dispositivo di sicurezza in Riviera, mentre Massimiliano D’Eramo del SAP ha chiesto "interventi drastici, come la chiusura rigorosa dei locali e il divieto di vendita di alcolici dopo le 2 di notte".
L’onorevole Giorgio Fede (M5S) ha attaccato il Governo: «Dopo una simile escalation, ci saremmo aspettati di vedere il Ministro dell’Interno Piantedosi al lavoro per aumentare risorse e organici, invece siamo ancora in attesa di risposte concrete».
Il sottosegretario Lucia Albano ha infine sottolineato la necessità di un approccio globale alla questione giovanile, che coinvolga istituzioni, famiglie, scuole e comunità educanti, per affrontare un cambiamento sociale sempre più rapido e complesso.