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CASTIGNANO - È stata inaugurata in un clima di profonda commozione la panchina rossa dedicata a Emanuela Massicci, simbolo di una ferita che a Ripaberarda non si è mai rimarginata. Il tutto, oggi pomeriggio, a un anno dal femminicidio del 19 dicembre 2024. A svelarla sono stati i suoi figli, protagonisti di un momento intenso e carico di significato. Un gesto semplice, ma capace di toccare nel profondo tutti i presenti.


Alla cerimonia hanno partecipato i genitori di Emanuela, Lodovico e Luciana, il fratello, le cugine e l’intera comunità. Nessuno ha voluto mancare. Il paese si è stretto ancora una volta attorno alla famiglia, dimostrando come il dolore per quanto accaduto sia ancora vivo e condiviso. A distanza di un anno, la tragedia appare vicina, come se il tempo si fosse fermato a quel giorno d’inverno. Era il 19 dicembre 2024 quando Emanuela, 45 anni, residente nella frazione di Ripaberarda di Castignano, venne uccisa dal marito Massimo Malavolta all’interno della loro abitazione, adiacente all’Osteria del Pelo. Un femminicidio che ha sconvolto per sempre un piccolo centro, lasciando sgomento e domande senza risposta.


"È stato un anno terribile, il dolore è ancora vivo nella nostra comunità", ha detto il sindaco Fabio Polini, sottolineando come la panchina rossa debba essere ’scomoda’, capace di far riflettere e non permettere l’indifferenza. L’opera, intitolata ’Esistenza mutilata’, è stata ideata da Umberto Stefani e Leonardo Cifola, studenti vincitori del contest promosso dal Comune di Castignano e dall’Unicam, risultando la migliore tra le 19 proposte presentate. A nome della famiglia ha ringraziato i presenti la cugina Krizia Cecchini: "L’amore non lascia lividi, non picchia e non uccide. Questa panchina rappresenta il posto vuoto lasciato da Emanuela e ci invita a dire basta alla violenza". 

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