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ANCONA – Continua a far discutere il consiglio regionale l’esclusione di molti comuni marchigiani dai benefici della Zona economica speciale e, in particolare, dal credito d’imposta per gli investimenti e dagli aiuti di Stato previsti dal Trattato sul funzionamento dell’Unione europea. A farsi carico del problema, provando a dare una soluzione a questa disparità che riguarda ben 101 municipalità, è il gruppo assembleare del Partito Democratico, che ha presentato una mozione a prima firma della capogruppo Valeria Mancinelli per chiedere l’attuazione di misure compensative favore delle zone non inserite nella Carta degli Aiuti.

“Queste misure – affermano i consiglieri regionali del Pd – sono non solo necessarie, ma anche urgenti, perché altrimenti si rischia di innescare pericolose dinamiche di dumping territoriale che potrebbero portare oltre cento comuni della nostra regione a subire la concorrenza di quei territori che invece potranno fruire delle agevolazioni fiscali previste dalla Zes. Il rischio è quello di acuire gli squilibri territoriali già esistenti e a patire le maggiori conseguenze sarebbero soprattutto quei comuni delle aree interne che potrebbero trovarsi ad assistere impotenti al trasferimento altrove delle attività produttive e subire un ulteriore spopolamento”.

“In attesa di una indispensabile revisione della Carta degli Aiuti in senso più equo – spiega la capogruppo Mancinelli – che comunque difficilmente avverrà prima del 2028, il nostro obiettivo è impegnare la giunta regionale a varare prioritariamente finanziamenti e misure specifiche a favore dei comuni e delle aree escluse dalla Carta degli aiuti nel periodo 2026–2027, utilizzando le risorse della programmazione 2021–2027 non ancora impegnate. La Regione Marche, infatti, dispone di risorse significative provenienti dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione e dai Fondi strutturali europei, strumenti fondamentali per sostenere investimenti produttivi, infrastrutture strategiche, transizione digitale ed ecologica e coesione territoriale. Dal monitoraggio del Ministero dell’Economia e delle Finanze, aggiornato all’agosto scorso, risultano ancora da impegnare 785 milioni di euro destinati alla Marche. Inoltre, proponiamo di attingere anche dai residui degli stanziamenti destinati all’Area di crisi industriale complessa del Fermano-Maceratese, al fine di favorire i pochi comuni ricompresi nella relativa delimitazione ma attualmente esclusi dalla Carta degli aiuti, al fine di sostenere investimenti, riconversione e rilancio competitivo”.

Ma la mozione del gruppo dem prova a guardare anche oltre il contingente. Alla giunta Acquaroli, infatti, si chiede di definire e sostenere le filiere produttive strategiche regionali, orientando gli interventi verso la costruzione di un modello di sviluppo competitivo, sostenibile e coerente con le vocazioni dei diversi territori, con particolare attenzione alla piattaforma logistica, alle aree interne e a quelle penalizzate dall’attuale assetto degli aiuti a finalità regionale. Infine, si sollecita l’esecutivo regionale a integrare tali interventi in una visione strategica regionale unitaria, volta a promuovere innovazione, occupazione stabile, rafforzamento dei distretti produttivi, attrazione di investimenti e piena coesione economica, sociale e territoriale.

Intanto domani l’aula discuterà un’altra mozione relativa all’applicazione della Zes nelle Marche, questa volta a prima firma della consigliera Micaela Vitri, la quale ha già denunciato come il più importante beneficio, il credito d’imposta per gli investimenti, nel nord delle Marche sarà praticamente nullo, riguardando solo pochi Comuni.

“L’obiettivo – afferma Vitri – è chiedere alla giunta di intervenire immediatamente in Conferenza Stato-Regioni per una nuova mappatura delle Zone C, compatibile con i criteri europei vigenti. Senza un intervento politico condiviso a livello nazionale, una rimappatura potrà avvenire solo con il nuovo ciclo di programmazione 2028-2034: troppo tardi per un territorio come il nostro, che rischia nel frattempo di perdere competitività e investimenti”.

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