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L’autopsia fissata per la giornata di lunedì sarà fondamentale per chiarire le cause della morte di Giuseppe Ricci, il 56enne trovato morto nella sua abitazione di Montegiorgio, invasa dalle fiamme nella notte tra giovedì e venerdì.
Quello che in un primo momento era sembrato un rogo doloso si era trasformato ben presto in un giallo: dato che l’uomo, rinvenuto privo di vita, non era ustionato, bensì presentava una ferita d’arma da fuoco alla testa.
Arma che è stata ritrovata solo successivamente in casa grazie alle indagini dei carabinieri, coadiuvati dal Ris. Era il tassello mancante di un quadro che già dopo le prime ore aveva fatto pensare ad un gesto volontario dell’uomo.
Ricci, secondo le ipotesi degli inquirenti, avrebbe dunque appiccato l’incendio in garage, dove i vigili del fuoco hanno trovato gli inneschi e la serranda lasciata aperta, per poi salire in casa e spararsi.
Da lì il fumo ha invaso poi i piani superiori dell’abitazione dove il 56enne è stato ritrovato dai soccorritori ormai privo di vita dopo l’allarme lanciato da una vicina nel cuore della notte.
Giuseppe Ricci viene descritto da tutti come una persona molto riservata. Originario di Porto San Giorgio si era trasferito a Montegiorgio da qualche anno dove viveva solo.
Nella sua abitazione, sono state trovate oltre a delle armi legalmente detenute, anche taniche di benzina, che fanno propendere per il gesto volontario. Ma lo stesso Ricci, solo due giorni prima aveva addobbato casa per Natale, quella stessa casa ora finita sotto sequestro, insieme alla sua auto.
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