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ANCONA - Il Comitato dei pescatori di Ancona torna a esprimere con fermezza la propria preoccupazione rispetto all’utilizzo delle reti gemelle, una metodologia di pesca che sta generando gravi ripercussioni ambientali, economiche e sociali.
Allo stesso tempo, chiede un incontro con il governatore Acquaroli e con il ministro Lollobrigida.
“Da oltre un anno – si legge in un comunicato stampa del Comitato dei pescatori di Ancona - denunciamo questa situazione, ma – nonostante le segnalazioni – non sono ancora pervenute risposte chiare né interventi concreti da parte delle istituzioni competenti.
L’Italia, nell’ambito della Strategia nazionale sulla Blue Economy e del Feampa, ha assunto impegni vincolanti per promuovere una pesca sostenibile, innovativa e rispettosa degli ecosistemi.
Tuttavia, la normalizzazione e la tolleranza verso le reti gemelle rischiano di compromettere questi impegni, mettendo in discussione la credibilità del nostro Paese di fronte all’Unione Europea e a tutti gli attori della filiera.
Le reti gemelle generano uno sforzo di pesca non compatibile con gli obiettivi europei di tutela delle risorse biologiche e con la transizione verso pratiche meno impattanti, rendendo di fatto contraddittorie le dichiarazioni ufficiali”.
“La pesca marittima – prosegue la nota - è un settore strategico per l’economia nazionale e, soprattutto, un patrimonio culturale e identitario che il Governo ha dichiarato più volte di voler difendere.
Se però si continua a consentire l’utilizzo delle reti gemelle, questi propositi rimangono soltanto enunciazioni prive di efficacia reale.
A farne le spese sono soprattutto:
- la piccola pesca, già messa a dura prova dalla riduzione delle risorse e dai costi di gestione sempre più alti;
- la pesca tradizionale, che vive una concorrenza sleale di fatto legalizzata;
- l’intero comparto, colpito da dinamiche ambientali alterate e dalla perdita progressiva di habitat essenziali.
Non siamo di fronte a opinioni, ma a risultati scientifici documentati.
Autorevoli istituti di ricerca hanno già rilevato – attraverso ecoscandagli, monitoraggi e analisi di impatto – gli effetti del passaggio delle reti gemelle sui fondali marini.
Tra gli aspetti più critici evidenziati:
- alterazione degli habitat bentonici, fondamentali per la riproduzione di molte specie;
- rischi concreti per la biodiversità marina, con conseguenze dirette sulle risorse future;
- compattamento dei sedimenti, che rallenta la rigenerazione naturale del fondale;
- un impatto che non può essere conciliato con gli obiettivi europei di sostenibilità.
Una contraddizione rispetto alla riduzione dello sforzo di pesca
Per il prossimo anno l’Unione Europea ha già previsto una riduzione dello sforzo di pesca del 12,5%, misura finalizzata alla protezione delle risorse e alla salvaguardia degli ecosistemi.
Consentire contemporaneamente l’impiego delle reti gemelle rappresenta una evidente anomalia: un cortocircuito normativo e gestionale che porta a due direzioni opposte.
Ridurre lo sforzo di pesca da un lato e permettere una pratica così impattante dall’altro significa vanificare gli obiettivi comunitari e, allo stesso tempo, penalizzare chi lavora in modo sostenibile.
Da oltre un anno che chiediamo un confronto trasparente, tecnico e risolutivo sulla questione.
Ad oggi, purtroppo, le istituzioni non hanno ancora affrontato il problema con la chiarezza necessaria, lasciando in sospeso una criticità che riguarda non solo i pescatori, ma l’intero sistema marittimo, ambientale ed economico del Paese.
Chiediamo solamente ascolto e coerenza.
Il Comitato dei Pescatori di Ancona chiede con determinazione:
1. di vietare l’utilizzo delle reti gemelle, in quanto incompatibile con la sostenibilità ambientale e con la tutela degli ecosistemi marini;
2. un confronto istituzionale immediato, che coinvolga pesca artigianale, ricerca scientifica e autorità di controllo;
3. una coerenza reale con gli impegni assunti dal Governo e dall’Italia in sede europea, senza scorciatoie e senza ambiguità.
Il Comitato dei Pescatori di Ancona chiede di riconoscere e tutelare l’equilibrio storico che la nostra marineria ha sempre mantenuto tra l’uomo e il mare.
Un equilibrio frutto di scelte responsabili, tramandate da generazioni e messe in pratica ben prima che si parlasse di sostenibilità. La marineria di Ancona, infatti, ha da sempre scelto di pescare tre giorni alla settimana quando altre marinerie ne pescavano quattro, per proteggere la risorsa e permettere il ripopolamento naturale dei fondali.
Questo senso di responsabilità rischia di essere annullato dall’uso delle reti gemelle, una metodologia che rompe l’equilibrio tra uomo e ambiente.
Il mare deve essere rispettato, non sfruttato.
Per questo motivo, chiediamo:
- l’eliminazione definitiva delle reti gemelle.
- che venga salvaguardato il modello di equilibrio che i pescatori di Ancona hanno costruito e difeso per decenni.
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