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ANCONA – Accumulava da mesi rifiuti di ogni tipo in un’area agricola della frazione di Paterno, trasformata in una vera e propria discarica abusiva. Non solo: secondo quanto ricostruito dai carabinieri forestali, avrebbe anche incendiato parte dei materiali in orario notturno, provocando fumi potenzialmente pericolosi per l’ambiente e la salute. Un 42enne residente nella zona è stato arrestato in flagranza di reato per gestione illecita di rifiuti e combustione di materiali pericolosi.
L’operazione è stata condotta dai militari del Nipaaf di Ancona con il supporto delle Stazioni forestali di Ancona, Arcevia, Fabriano e Jesi San Marcello, nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura dorica. Secondo l’ipotesi accusatoria, l’uomo avrebbe iniziato ad accumulare nel sito grandi quantità di rifiuti già dal mese di agosto 2025. Nel tempo, gli scarichi illeciti avrebbero raggiunto un volume stimato di circa 900 metri cubi, comprendenti anche materiali contenenti amianto e altri rifiuti classificati come pericolosi.
Le verifiche dei militari hanno inoltre permesso di documentare lo smaltimento sotterraneo di ulteriori 20 metri cubi di materiali, interrati in una buca nel terreno, e l’accensione di diversi roghi notturni, nei quali venivano bruciati rifiuti di natura eterogenea, compresi quelli pericolosi.
Il fermo è scattato quando il 42enne è stato sorpreso alla guida di un camion scarrabile carico di sacchi neri provenienti da un’altra località. Giunto sul posto, avrebbe scaricato i rifiuti e appiccato il fuoco. I militari sono intervenuti immediatamente, operando l’arresto in flagranza. Sul posto sono poi arrivati i Vigili del Fuoco di Ancona, che hanno provveduto a spegnere le fiamme, e una pattuglia del Nucleo Radiomobile per il fotosegnalamento dell’arrestato.
L’area era già stata sottoposta a sequestro parziale lo scorso agosto, ma secondo gli investigatori le attività illecite sarebbero proseguite fino al momento dell’intervento risolutivo dei Carabinieri.
Si ricorda che, nel rispetto del principio di presunzione di innocenza, la responsabilità dell’indagato dovrà essere confermata da una sentenza definitiva.
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