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CHIRAVALLE – A Chiaravalle è iniziato il percorso di analisi interna del Partito Democratico marchigiano dopo la sconfitta alle Regionali di fine settembre. La direzione regionale, riunitasi ieri pomeriggio, ha messo in luce una situazione segnata da divisioni profonde tra aree politiche e sensibilità differenti: c’è chi sostiene la linea della segreteria, chi chiede un approccio più moderato e chi invece si mostra critico nei confronti della segretaria regionale Chantal Bomprezzi.
Nella relazione introduttiva, Bomprezzi – spesso definita la “Schlein delle Marche” – ha riconosciuto la presenza di errori nella gestione della fase politica, invitando tuttavia il partito ad assumersi una responsabilità collettiva. Al momento non sembrerebbe intenzionata a presentare le dimissioni in Assemblea, l’organo che lei stessa ha chiesto di convocare a breve per impostare una ripartenza dai territori.
La direzione si svilupperà in due momenti: la discussione riprenderà nel prossimo fine settimana, probabilmente sabato 22 novembre, per consentire a tutti gli interventi prenotati di essere ascoltati. Tra coloro che devono ancora prendere la parola figurano nomi di primo piano, come l’onorevole Augusto Curti, l’eurodeputato Matteo Ricci, i consiglieri regionali Antonio Mastrovincenzo e Valeria Mancinelli. La data definitiva sarà fissata nelle prossime ore, anche in base agli impegni di Ricci, che ha espresso la volontà di ascoltare tutte le componenti del partito prima di intervenire.
Il Pd Marche appare diviso anche sul piano territoriale. Dal Pesarese – con voci critiche come quelle di Luca Ceriscioli e Alessia Morani – arrivano le contestazioni più dure alla segretaria e alla dirigenza regionale. Dal Sud delle Marche emerge invece una linea più prudente: il segretario provinciale di Ascoli Piceno Francesco Ameli richiama alla necessità di maggiore maturità interna, sottolineando come «il partito sia troppo litigioso» e avvertendo che «cambiare solo per cambiare non ha portato risultati neppure in passato». Una posizione condivisa anche dalla consigliera regionale pesarese Micaela Vitri, secondo la quale non tutte le responsabilità possono essere attribuite a Bomprezzi, così come accadde nel 2020 con l’ex segretario Gostoli.
Il quadro complessivo resta complesso e frammentato. Il “secondo tempo” della direzione potrebbe fornire elementi più chiari sul futuro della segreteria regionale ma, come spesso accade, nel Pd Marche molto dipenderà da quale prospettiva si osserva la situazione.
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