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PESARO - E’ iniziata poco prima delle 10 questa mattina l’udienza in Corte d’assise a Pesaro per l’omicidio dei coniugi Lucia Marconi e Giuseppe Ricci, avvenuto nella notte tra il 23 e il 24 giugno 2024. Accusato d’omicidio è il figlio della coppia Luca Ricci, 50 anni, presente in aula. Nel corso dell’udienza, vengono sentiti dalla Corte diversi testimoni. Il primo è stato il Sovrintendente della Polizia Luca Aiudi: "Alle 8,20 di mattina è arrivata la telefonata di Ricci, il quale diceva di avere rinvenuto nell’appartamento i genitori, entrambi privi di vita. Siamo intervenuti subito. In 5 minuti eravamo lì".
La casa dista un chilometro dal commissariato. "L’imputato era seduto sulle scale, stava piangendo. Aveva una mano sporca di sangue e una ferita al labbro. Gli ho chiesto che cosa avesse fatto nella faccia. Ha detto di essere entrato in casa e di aver trovato i genitori morti. Giustificava le ferite per una caduta sulla sedia". Continua il racconto del poliziotto: "Sono entrato in casa, sono andato in camera, ho notato che i cassetti e gli armadi erano aperti, i vestiti tirati fuori. Si presentava una tipica scena del furto. Ho notato che sopra la testa dell’uomo c’erano schizzi di sangue sul muro. Il viso era coperto da un panno. Ho pensato che si fosse sparato. Ho cercato un’arma, che non c’era. Mi sono chiesto per quale motivo avesse il viso coperto. Uscito, ho detto all’imputato cos’hai fatto? Ho notato che in mano aveva uno scottex e c’erano pezzi dello stesso tipo di carta per terra".
Successivamente dall’ispezione cadaverica è emerso che "la donna presentava una lesione da cordino nel collo. L’uomo aveva il cranio fracassato. Si poteva capire che poteva essere stato colpito con un martello". Da qui, un altro sopralluogo. "Sono tornato sul posto a cercare un’arma, ho ispezionato i pozzetti. In uno di questi, c’era dello scottex che galleggiava. Abbiamo prosciugato il pezzetto, e al termine è emerso un manico di legno. La Scientifica ha trovato un martello, che a mio parere era lì da poco".
E’ stata ascoltata anche la sorella dell’imputato Orietta Ricci, la quale ha detto di essere ignara dei problemi economici della famiglia e del procedimento d’esecuzione immobiliare sull’appartamento di via Fanella.
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