Condividi:
Nove anni dopo la strage ai mercatini di Natale di Berlino, la vicenda giudiziaria legata al risarcimento per la morte di Fabrizia Di Lorenzo, la giovane di Sulmona uccisa nell’attentato del 19 dicembre 2016, conosce un nuovo capitolo. La Corte di Cassazione ha infatti rigettato la richiesta di indennizzo presentata dal fratello, Gerardo Di Lorenzo, stabilendo che non ci sono prove formali sufficienti a dimostrare la convivenza tra i due al momento del decesso. La decisione arriva dopo un lungo iter legale. Nel 2017, gli uffici prefettizi avevano inizialmente escluso Gerardo Di Lorenzo dall’elenco dei beneficiari dell’indennizzo previsto dalla legge per le vittime del terrorismo. Un anno più tardi, il Tribunale di Sulmona aveva ribaltato la decisione, riconoscendo al fratello la possibilità di accedere al risarcimento. Ma in seguito la Corte d’Appello aveva nuovamente negato il diritto, sostenendo che non fosse provata la convivenza a carico della sorella. Ora la Cassazione ha confermato quella posizione, chiarendo che la convivenza deve essere «documentata in modo inequivocabile» e non può basarsi su elementi solo presuntivi o su testimonianze informali. Per i giudici, dunque, l’assenza di prove formali – come certificazioni anagrafiche o documenti fiscali – impedisce di riconoscere il risarcimento. Gli avvocati della famiglia Di Lorenzo hanno già annunciato l’intenzione di proseguire, raccogliendo nuova documentazione e testimonianze in grado di attestare l’effettiva convivenza. Fabrizia Di Lorenzo, 31 anni, originaria di Sulmona, lavorava da tempo a Berlino e fu una delle dodici vittime dell’attentato compiuto da un camion lanciato sulla folla del mercatino di Natale in Breitscheidplatz. La sua morte sconvolse l’Italia e la sua città natale, che ancora oggi la ricorda con profonda commozione come simbolo di pace, impegno e solidarietà.
Correlati
Pubblicità
Pubblicità