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In questi giorni in cui il Senato francese ha approvato un disegno di legge che introduce nel codice penale una definizione di stupro fondata sul consenso, al tribunale di Ancona è stato fissato l’inizio del processo per un 46enne straniero, rinviato a giudizio per i reati di stalking e violenza sessuale di gruppo ai danni della sua ex compagna 30enne.

Si aprirà il 12 marzo davanti al collegio penale. I fatti sarebbero avvenuti nel 2024.

L’uomo, titolare di un esercizio commerciale, era stato arrestato a giugno di quell’anno per l’esecuzione di una misura cautelare chiesta dalla Procura e firmata dal gip dopo l’apertura di un fascicolo per un caso da "codice rosso", e dopo sei mesi era tornato in libertà.

La posizione dell’imputato si è un po’ ridimensionata nel rinvio a giudizio in cui la stessa pubblico ministero Serena Bizzarri, titolare del fascicolo, ha escluso tra i capi di imputazione diversi episodi per i quali non è stato trovato riscontro a carico del 46enne; circostanze, anzi, per le quali è stato invece aperto un fascicolo a carico della parte offesa per sostituzione di persona.

Stando alla denuncia che la donna aveva presentato nell’aprile del 2024 ai carabinieri, il suo ex compagno l’avrebbe perseguitata per un anno con messaggi, telefonate, appostamenti e inseguimenti con l’auto.

"Devi morire, posso farti molto male", il contenuto delle minacce che l’uomo avrebbe rivolto anche alla figlia piccola avuta dalla vittima.

A febbraio 2024, secondo l’accusa, si sarebbe verificata la violenza sessuale che avrebbe coinvolto un altro uomo, anche lui rinviato a giudizio per violenza sessuale di gruppo, a casa del 46enne.

La 30enne aveva riferito anche che il suo ex avrebbe pubblicato annunci con sue foto intime su siti di incontri per sesso a pagamento: questa accusa però non è rientrata nel processo che si aprirà a marzo perché dalle indagine dei carabinieri sarebbe poi emerso che sarebbe stata la vittima a crearli mettendo il cellulare dell’ex compagno. L’uomo, difeso dall’avvocato Giuliano Natalucci, ha sempre negato tutti i fatti contestati. L’altro imputato è assistito dall’avvocato Fabrizio Naspi: le difese sostengono che il rapporto sessuale di gruppo fosse consenziente. 

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