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URBINO - Martedì scorso i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Urbino hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Urbino, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di due uomini residenti nell’area del Montefeltro, ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di rapina, tentata estorsione, lesioni personali, violenza privata e danneggiamento. Le indagini, avviate lo scorso ottobre a seguito dell’incendio di un’autovettura avvenuto a Sassocorvaro-Auditore, hanno consentito di ricostruire un articolato e inquietante quadro criminale legato al traffico e allo spaccio di cocaina, con metodi improntati a una logica di sopraffazione e intimidazione. I due indagati, titolare e collaboratore di una concessionaria della zona, avrebbero preteso con violenza il pagamento di un debito di droga da un cliente, attirandolo con un pretesto all’interno dell’autosalone, dove lo avrebbero chiuso a chiave e picchiato selvaggiamente, costringendolo infine a consegnare l’autovettura con cui era giunto come "garanzia" del credito.
Le minacce, espresse con toni notevolmente intimidatori, avrebbero poi trovato un drammatico seguito: poche settimane dopo, i due, nel tentativo di intimorire ulteriormente la vittima e la sua compagna, avrebbero appiccato il fuoco all’auto di quest’ultima, servendosi di benzina trasportata in un contenitore e fuggendo a bordo di una motocicletta di grossa cilindrata. L’episodio, avvenuto in orario serale e in un’area isolata, aveva destato forte allarme nella comunità locale.
Le attività tecniche e testimoniali condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo, unitamente all’analisi dei filmati di videosorveglianza e ai riscontri raccolti sul posto, hanno permesso di delineare il movente, le modalità esecutive e le responsabilità dei due indagati, emersi come soggetti con una personalità spiccatamente violenta e privi di remore, capaci di agire con modalità organizzate e premeditate.
Determinante, ai fini investigativi, è stata l’analisi delle immagini di videosorveglianza comunale e privata, che hanno consentito di ricostruire gli spostamenti dei due responsabili la sera dell’incendio, individuandoli mentre si rifornivano di benzina poco prima dell’episodio e poi a bordo di una motocicletta in fuga dal luogo del rogo.
L’attività investigativa, condotta sotto la direzione della Procura della Repubblica di Urbino, ha consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza, portando il Giudice per le Indagini Preliminari ad accogliere la richiesta di misura cautelare, ritenendo sussistente un concreto pericolo di reiterazione di reati della stessa specie.
I due arrestati sono stati rispettivamente associati uno alla casa circondariale di Pesaro, mentre per l’altro il Giudice ha disposto la misura degli arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico, ritenendo tale regime idoneo a garantire le esigenze cautelari.
Si precisa che, trattandosi di provvedimenti cautelari, i destinatari degli stessi devono essere considerati presunti innocenti fino a sentenza definitiva di condanna.

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