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ANCONA -  Il tribunale di Ancona ha condannato a nove anni di reclusione, un 46enne di origine marocchina che tentò di uccidere la moglie a Fabriano accoltellandola e lanciandole addosso materiale acido. L’aggressione risale al 25 agosto del 2024. Il verdetto è stato deciso dal giudice Alberto Pallucchini, con il rito abbreviato. L’imputato è accusato di tentato omicidio aggravato dalla premeditazione e dall’uso di un sostanza chimica, di lesioni gravissime, stalking, rapina e tentata violenza sessuale.
Dopo il tentato omicidio era stato chiesto il giudizio immediato dalla Procura e il 46enne, tramite i suoi difensori, gli avvocati Francesco De Minicis e Sara Talamonti, aveva chiesto di essere processato con il rito alternativo che prevede uno sconto di pena fino ad un terzo. Stando alle accuse il 46enne era entrato a casa della moglie (una connazionale di 43 anni), parte civile con l’avvocato Ennio Tomassoni, di notte, con una copia delle chiavi. Aveva sorpreso la donna in bagno dove avrebbe sferrato la prima coltellata, all’altezza del petto. L’uomo avrebbe poi rincorso la donna fino alla camera da letto per darle altre coltellate, cercando di abusare di lei, ma uno dei figli della coppia lo aveva fermato salvando la madre dal femminicidio. Il marito avrebbe poi gettato sul viso della connazionale una sostanza acida presa da un barattolo. La 43enne è rimasta quasi cieca da un occhio.
L’imputato, che respinge tutte le accuse, è ancora in carcere ed è stato tradotto in tribunale dalla polizia penitenziaria per assistere al processo. L’accusa di rapina era contestata per avere preso con forza del denaro (circa 400 euro) dalla borsa della moglie, il 2 maggio 2024, facendola cadere dalle scale. Per l’accusa di stalking la donna aveva presentato invece tre denunce in un anno, nel 2024. Le motivazioni saranno depositate tra 90 giorni.

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