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L’AQUILA – Una passione per la montagna trasformata in tragedia. Stefano Persichetti, 44 anni, è stato ritrovato senza vita sul Monte Prena dopo oltre 24 ore di ricerche febbrili. Giovedì mattina era uscito di casa per un’escursione, annunciando ai familiari la meta. Da quel momento, di lui si erano perse le tracce.

La sua assenza ha presto alimentato l’angoscia dei parenti: il telefono muto, nessun segnale di ritorno, fino all’allarme e alla mobilitazione dei soccorsi. Carabinieri forestali, vigili del fuoco, squadre del Soccorso alpino e speleologico e della Guardia di finanza hanno battuto palmo a palmo il massiccio, senza esito. Un indizio fondamentale è arrivato dal ritrovamento della sua auto, parcheggiata in un’area di sosta lungo la strada che conduce al Camicia, in prossimità dell’ex miniera. Ma l’oscurità e il maltempo hanno costretto a sospendere temporaneamente le ricerche.

La svolta è arrivata ieri mattina grazie alla tecnologia: un elicottero della Guardia di finanza, partito da Pratica di Mare, ha utilizzato speciali apparecchiature in grado di captare il segnale del cellulare dell’escursionista. Lo strumento ha permesso di restringere l’area fino a individuare un punto preciso, in zona Vado di Ferruccio, sopra l’ex bivacco Lubrano (oggi Desiati). Qui le squadre hanno trovato il corpo di Stefano, alla base di un salto di roccia alto circa quindici metri, accanto al suo zaino. Una caduta fatale, forse dovuta a un passo falso, alla scarsa visibilità per la nebbia o al terreno reso scivoloso dalla pioggia.

Sul posto è intervenuto un medico del 118 che non ha potuto far altro che constatarne il decesso. La salma è stata trasferita all’obitorio dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila, dove sarà eseguita l’autopsia disposta dalla Procura. Per i soccorritori, riportati al campo base di Fonte Vetica, resta l’amarezza di non aver potuto salvare l’escursionista nonostante l’impegno e gli sforzi.

Stefano Persichetti era conosciuto come videomaker e autore di lavori dedicati agli orrori delle guerre e al disagio sociale. Una sensibilità che molti oggi ricordano insieme al suo talento artistico. Figlio di Berardino, pediatra in pensione ed ex consigliere comunale, e di Anita Franceschin, lascia anche la sorella Laura.

Non è il primo incidente che segna quest’estate sul Gran Sasso. Lo scorso 12 luglio aveva perso la vita l’imprenditore 83enne Nino Scipioni, rinvenuto dopo giorni di ricerche grazie alla segnalazione di due escursionisti. Episodi che ricordano la bellezza ma anche la pericolosità della montagna, soprattutto quando condizioni meteo avverse e imprevisti rendono insidiosi anche i percorsi più familiari.

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