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ANCONA – Si accende il dibattito politico nelle Marche a due mesi dalle elezioni regionali. Al centro dell’attenzione c’è la posizione del consigliere regionale di Fratelli d’Italia Andrea Putzu, la cui eleggibilità è messa in discussione a seguito di una condanna del 2018 per falso ideologico.

La vicenda è arrivata all’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale dopo un esposto presentato da Saturnino Di Ruscio, ex sindaco di Fermo ed esponente dello stesso partito, nonché primo dei non eletti alle regionali del 2020. Secondo Di Ruscio, la condanna ricevuta da Putzu sarebbe incompatibile con la carica di consigliere, configurando un’ipotesi di incandidabilità.

Putzu ha replicato sostenendo di non aver violato alcuna norma e di essere stato legittimamente eletto. Ha precisato che la condanna in questione non compare nel casellario giudiziale e che quindi non ci sarebbero impedimenti alla sua permanenza in Consiglio. La vicenda giudiziaria risalirebbe al 2013 e riguarderebbe la raccolta di firme a sostegno di alcune liste elettorali: Putzu sostiene di aver solo autenticato le sottoscrizioni, senza coinvolgimenti ulteriori.

Durante la seduta odierna del Consiglio regionale, il presidente Dino Latini ha annunciato che, a maggioranza, l’Ufficio di presidenza ha deliberato l’avvio della procedura formale per verificare i requisiti di eleggibilità del consigliere. Saranno ora acquisiti tutti gli atti necessari e, in base alle normative vigenti, si procederà con l’istruttoria del caso. Successivamente, il Consiglio sarà chiamato ad esprimersi sull’eventuale provvedimento.

Putzu non era presente in aula. La questione rischia di diventare un tema caldo della campagna elettorale, alimentando tensioni anche all’interno dello stesso partito di maggioranza.

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