Avezzano - Tentato omicidio, Angelo Alfidi lascia il carcere: ora ai domiciliari in una località segreta

AVEZZANO – È stato trasferito agli arresti domiciliari in una residenza riservata, fuori provincia, Angelo Alfidi, il 30enne accusato di tentato omicidio per aver investito deliberatamente tre persone lo scorso 18 aprile davanti al bar Italia, lungo via Sandro Pertini.
Il provvedimento è stato disposto dal giudice per le indagini preliminari, su parere favorevole della Procura, accogliendo l’istanza presentata dai legali dell’indagato, Valentina Calvarese e Giuseppe Di Palma, alla fine di giugno. «Il nostro assistito ha potuto riabbracciare la compagna e i suoi cari. È consapevole dell’errore commesso, profondamente pentito e in attesa delle decisioni della Procura», hanno dichiarato i difensori, sottolineando la volontà dell’uomo di affrontare con responsabilità il procedimento.
La misura alternativa alla detenzione è stata adottata per garantire la sicurezza di tutte le parti coinvolte, in un contesto che resta delicato sotto il profilo giudiziario e umano. Le fonti investigative a disposizione del pubblico ministero – che dovrà decidere se chiedere il rinvio a giudizio o procedere con giudizio immediato – comprendono testimonianze oculari e le immagini registrate dalla videocamera di sorveglianza del bar, che documentano l’intera sequenza dei fatti.
Quel pomeriggio, secondo la ricostruzione, Alfidi avrebbe travolto con la sua auto tre persone: lo zio, con cui aveva avuto una discussione poco prima, il 53enne carrozziere Davide Marziale e il 43enne Carlos Jesus Gamarra Morales, cittadino peruviano residente da anni ad Avezzano. Nell’impatto è rimasta danneggiata anche la struttura del locale, il cui titolare – insieme agli altri feriti – non si è opposto alla concessione dei domiciliari, come precisato dai legali.
L’inchiesta resta in fase preliminare, ma il clima appare meno teso, anche grazie al comportamento collaborativo dell’indagato e al suo apparente ravvedimento. L’attenzione ora si sposta sulle prossime mosse della magistratura, che dovrà valutare se gli elementi raccolti siano sufficienti per andare direttamente a processo.