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Un passo avanti decisivo per la viabilità interregionale tra Marche e Abruzzo. È stata firmata dal commissario straordinario alla ricostruzione, Guido Castelli, la nuova Ordinanza Speciale che sblocca la situazione del Ponte sull’Ancaranese, infrastruttura strategica sul confine tra le province di Ascoli Piceno e Teramo, al crocevia tra i comuni di Ascoli, Castel di Lama e Ancarano.

Il provvedimento prevede lo stralcio dell’intervento unitario originariamente contenuto nell’Ordinanza 137 del 2023 e la sua suddivisione in due fasi distinte, con l’obiettivo di garantire contemporaneamente sicurezza stradale, continuità dei collegamenti e tutela del patrimonio storico.

Il primo intervento riguarda la messa in sicurezza e la riapertura controllata del ponte in muratura, oggi sottoposto a vincolo culturale e gravemente danneggiato dal sisma del 2016. Grazie a un sistema di monitoraggio continuo e a lavori mirati su fondazioni e piano viabile, sarà possibile consentire una riattivazione temporanea del traffico, fondamentale per la mobilità locale e le attività economiche del territorio.

In parallelo, si procederà alla progettazione e costruzione di un nuovo ponte, che sorgerà sull’area occupata dalla precedente struttura in cemento armato. Il nuovo attraversamento sarà conforme alle Norme Tecniche per le Costruzioni del 2018, con requisiti avanzati in materia sismica, idraulica e viaria. A guidarne l’inserimento paesaggistico sarà l’ingegnere e architetto Enzo Siviero, docente universitario e progettista di fama internazionale, incaricato di valorizzare il contesto architettonico in cui sorgerà la nuova opera.

Il progetto, predisposto dall’Ufficio Speciale Ricostruzione, ha coinvolto in un complesso iter tecnico-amministrativo le Province di Ascoli e Teramo, l’Anas, le Soprintendenze e le autorità idrauliche competenti. La conferenza dei servizi per l’approvazione definitiva del progetto di fattibilità tecnico-economica è prevista per metà luglio.

«Con questa ordinanza – ha dichiarato Castelli – offriamo una risposta concreta a un’esigenza urgente del territorio, coniugando sicurezza e rispetto del patrimonio. È un intervento delicato, frutto di mesi di lavoro, analisi e confronto istituzionale. Ogni tentativo di strumentalizzazione politica – ha aggiunto – non rende giustizia alla complessità e alla serietà di questo processo».

L’intervento rientra nel Programma RiViTA, promosso dalle Regioni del cratere sismico 2016, e rappresenta un tassello cruciale per il rilancio della viabilità pedemontana appenninica, considerata asse strategico per lo sviluppo delle aree interne, la coesione territoriale e la ripresa economica post-sisma.

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