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È stata ridotta a 24 anni la pena per Cristiano De Vincentiis, il 53enne abruzzese che il 19 ottobre del 2022 uccise la madre Paola, 69 anni, colpendola con ben 34 coltellate. La decisione è arrivata dalla Corte d’Assise d’Appello dell’Aquila, che ha modificato la sentenza di primo grado, riconoscendo all’imputato l’attenuante della provocazione. In primo grado, il 30 settembre 2024, la Corte d’Assise di Chieti aveva inflitto il massimo della pena: l’ergastolo. Ma i giudici dell’Appello hanno accolto parzialmente le tesi della difesa, rappresentata dall’avvocato Gianluca Totani, equiparando la provocazione all’aggravante dell’omicidio dell’ascendente, ovvero della madre, che restava comunque contestata. Una tragedia familiare maturata all’interno di un contesto di tensioni economiche. Madre e figlio vivevano insieme in affitto a Bucchianico, in provincia di Chieti. I litigi erano frequenti e, secondo quanto emerso dalle indagini, spesso legati a continue richieste di denaro da parte del figlio: soldi per la moto, per viaggi, per cene e ristoranti. Un rapporto ormai logorato, sfociato in un gesto estremo.Quella mattina, Cristiano De Vincentiis avrebbe aggredito la madre al culmine dell’ennesima discussione. Quando i soccorsi arrivarono, fu lui stesso a chiamarli. Ma lo fece ancora con il coltello insanguinato tra le mani. Una scena drammatica, che lasciò senza parole anche gli investigatori. La condanna a 24 anni segna un nuovo capitolo nella vicenda giudiziaria, ma non cancella l’orrore di una tragedia che ha scosso una comunità intera. La Procura aveva chiesto la conferma dell’ergastolo, ma la Corte ha ritenuto che vi fossero elementi per una pena meno severa. Un caso che pone ancora una volta l’attenzione sulle dinamiche familiari difficili, sulle fragilità personali e sulle crepe che, se ignorate, possono portare a esiti irreparabili.
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