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PORTO SANT’ELPIDIO – È finito in manette l’uomo ritenuto responsabile del colpo messo a segno in una rivendita di tabacchi di Civitanova Marche, dove nei giorni scorsi sono state rubate circa 800 stecche di sigarette e 20mila euro in contanti custoditi in una cassetta di metallo. L’arresto è scattato sabato scorso, al termine di un’indagine serrata condotta dalla Squadra Mobile di Fermo, in collaborazione con il Commissariato di Civitanova.

Le indagini sono partite subito dopo il furto, grazie all’analisi delle immagini delle telecamere di videosorveglianza installate nel territorio di Porto Sant’Elpidio. Da quei filmati gli investigatori sono riusciti a isolare il passaggio di un veicolo sospetto e ad attribuirne la guida a un soggetto già noto alle forze dell’ordine, con precedenti per ricettazione. In passato, infatti, l’uomo era stato indagato per il presunto coinvolgimento in un altro caso che riguardava la sottrazione di merce di alto valore da un’azienda di pelletteria del Fermano.

L’indagine ha consentito di individuare il luogo in cui la refurtiva era stata nascosta: un capannone industriale lungo la costa fermana. La conferma di questa ricostruzione ha portato il gip di Fermo, su richiesta della Procura, a emettere un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico dell’indagato. Si tratta di un soggetto già condannato per reati contro il patrimonio e destinatario in passato di un avviso orale da parte del questore di Fermo.

Nei primi momenti successivi all’avvio delle ricerche, l’uomo era riuscito a sottrarsi alla cattura, facendo perdere le proprie tracce e spostandosi fuori provincia. Tuttavia, dopo un lungo appostamento durato fino a sabato notte, gli agenti sono riusciti a intercettarlo e bloccarlo nei pressi dell’area industriale di Porto Sant’Elpidio.

A completare l’operazione, una perquisizione personale, del veicolo e del domicilio dell’arrestato ha portato al sequestro di strumenti da scasso, sei paia di guanti professionali, tre passamontagna e sei chiavi di veicoli raccolti all’interno di un contenitore. Elementi che rafforzano ulteriormente il quadro accusatorio nei confronti dell’uomo, ora rinchiuso in carcere in attesa dei prossimi sviluppi giudiziari.

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