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SULMONA – A oltre ottant’anni dalla strage nazista di Pietransieri, frazione di Roccaraso, i risarcimenti destinati agli eredi delle 128 vittime tardano ad arrivare. Si tratta di un ritardo tecnico, legato ai tempi di esecutività delle sentenze e alle procedure previste per l’erogazione dei fondi, come spiegato dall’avvocato Lucio Olivieri, che ha seguito la prima fase del lungo percorso giudiziario.

«La sentenza della Corte d’Appello è divenuta esecutiva solo ieri – chiarisce Olivieri – e i 180 giorni a disposizione del Ministero per effettuare i pagamenti rappresentano un termine indicativo, non perentorio. I cittadini di Roccaraso possono stare tranquilli: i risarcimenti arriveranno».

Intanto, il deputato del Partito Democratico Luciano D’Alfonso ha annunciato la presentazione di un’interrogazione parlamentare per fare chiarezza sui tempi e sulle modalità di esborso. «Lo Stato italiano – ha dichiarato – sembra intenzionato ad anticipare le somme attraverso il fondo del PNRR destinato agli eccidi nazisti, pari a 60 milioni di euro, ma restano incognite su come e quando la Germania interverrà per coprire la spesa. È tempo che il Governo italiano faccia valere il diritto delle vittime e dei loro discendenti con forza e determinazione».

Il risarcimento complessivo previsto per gli eredi ammonta a 15 milioni di euro. Il massacro di Pietransieri, avvenuto il 21 novembre 1943 nel bosco dei Limmari, costò la vita a 128 civili inermi, tra cui 60 donne, 34 bambini sotto i dieci anni e numerosi anziani, sterminati dai soldati tedeschi per il sospetto che la popolazione aiutasse i partigiani.

Una sentenza del 2017 del Tribunale di Sulmona aveva già condannato la Germania a versare 1,6 milioni al Comune di Roccaraso e oltre 5 milioni agli eredi delle vittime. Oggi, nella piccola frazione montana, sopravvivono ancora due testimoni di quell’orrore: Virgilia Macerelli e Pia Cocco, entrambe 87enni.

Finora i risarcimenti sono stati riconosciuti solo per l’amministrazione comunale e una parte delle famiglie coinvolte. Dopo il pronunciamento della Cassazione del novembre 2024 – che ha stabilito la possibilità di procedere con richieste individuali – sono partiti nuovi ricorsi: 91 cittadini hanno infatti dato vita a un secondo fronte giudiziario, denunciando l’esclusione di alcune vittime, che definiscono «morti di serie B». A rappresentarli, gli avvocati Aldo Di Ianni e Cristian Rucci.

Una vicenda che continua a interrogare la memoria e la giustizia, a distanza di decenni.

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