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L’AQUILA - Avrebbe invitato nel suo alloggio un’allieva finanziera 24enne per esaminare con lei alcuni test, poi l’avrebbe violentata: con le contestazioni di violenza sessuale e lesioni, suffragate da alcuni commenti in una chat su WhatsApp, la Procura della Repubblica dell’Aquila ha chiuso le indagini a carico di un 32enne capitano istruttore della Scuola Ispettori e sovrintendenti della Guardia di Finanza dell’Aquila. Un caso che ha creato sconcerto e imbarazzo in quello che è considerato il fiore all’occhiello delle Fiamme Gialle, nonché uno dei simboli del capoluogo abruzzese dopo il terremoto del 6 aprile 2009.
Oltre al capitano, trasferito nel nord Italia e che ora rischia il processo, sono stati coinvolti in questa vicenda altri tre pari grado, anche loro trasferiti, accusati di maltrattamenti e di aver tentato di insabbiare la storia per coprire il collega: ma il pm titolare dell’inchiesta, Ugo Timpano, ha stralciato la posizione dei tre - che avevano una chat con l’indagato principale nella quale avrebbero commentato il grave episodio - e per loro è stata presentata istanza di archiviazione. 

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