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ANCONA – È entrato nel vivo presso il Tribunale di Ancona il processo che vede imputati Franco Frantellizzi, 87 anni, e la moglie Dina Mogianesi, 79, con accuse pesantissime: maltrattamenti nei confronti di cinque donne affette da disturbi psichiatrici e, per l’uomo, anche violenza sessuale aggravata su quattro di loro.

I fatti risalgono all’aprile 2024, quando la Squadra mobile di Ancona, in seguito a una segnalazione, ha attivato una delicata operazione investigativa. Gli agenti avevano installato microcamere e cimici ambientali all’interno dell’appartamento di via del Verziere a Jesi, dove i coniugi, ufficialmente come volontari, vivevano insieme alle pazienti in un regime di coabitazione privata.

Durante l’udienza di ieri sono stati ascoltati due agenti che il 15 aprile 2024 entrarono nell’abitazione nel corso del blitz, dopo aver sentito i lamenti di una delle ospiti. «Abbiamo udito una donna piangere – ha raccontato uno degli agenti in aula – siamo entrati nella stanza e abbiamo assistito all’abuso. Lo abbiamo registrato con la telecamera in dotazione». In quella circostanza Frantellizzi venne arrestato in flagranza di reato.

Le indagini erano partite dopo che una delle donne aveva confidato a uno psichiatra episodi di punizioni fisiche, privazioni di cibo e molestie sessuali. Le intercettazioni ambientali avevano confermato un clima di sopraffazione e disagio.

In aula ha testimoniato anche una poliziotta della Squadra mobile, che ha descritto le misure di controllo applicate all’interno della casa, tra cui catenelle alle finestre per impedire l’apertura. Il proprietario dell’immobile ha riferito che il canone d’affitto veniva corrisposto dalla signora Mogianesi, che avrebbe anche gestito somme fino a mille euro al mese per le spese quotidiane delle ospiti. I coniugi hanno sempre sostenuto di aver operato a titolo gratuito, senza percepire denaro.

Il procedimento penale è stato avviato con giudizio immediato, su richiesta del pubblico ministero Andrea Laurino. I due imputati, attualmente agli arresti domiciliari, non erano presenti in aula. Hanno sempre respinto ogni accusa.

La prossima udienza è fissata per il 9 luglio. Nel frattempo, proseguiranno le testimonianze e l’esame delle prove raccolte, in un processo che tocca profondamente i temi della vulnerabilità, della fiducia e della tutela dei soggetti più fragili.

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