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ACQUALAGNA - Sono trascorsi esattamente sette mesi dalla scomparsa di Riccardo Branchini. Il 19enne di Acqualagna è sparito nel nulla la notte tra il 12 e 13 ottobre 2024. La sua auto era stata ritrovata davanti alla centrale idroelettrica alla diga del Furlo, con lo sportello aperto, indumenti e oggetti personali all’interno. Le ricerche del giovane sono andate avanti per giorni. Il corpo del ragazzo non è stato trovato. Si è fatta strada l’ipotesi che Riccardo si sia allontanato da casa, in maniera volontaria o spinto da qualcuno. Su sollecitazione della famiglia, il fiume e la diga sono stati ispezionati nuovamente, con strumentazioni avanzate. Nessun ritrovamento del 19enne. Nel frattempo sono fioccate le segnalazioni di presunti avvistamenti di Riccardo, qualcuna attendibile, altre infondate. L’avvocato Elena Fabbri, legale della famiglia, ha fatto da filtro delle telefonate, riferendone il contenuto alla mamma di Riccardo Federica Pambianchi. Più di una segnalazione è arrivata dalla Svizzera. Una, in particolare, arrivata da una donna che ha raccontato di aver dato un passaggio in auto al 19enne, descrivendolo in maniera somigliante, fino a Lugano pochi giorni dopo la sua scomparsa. Le indagini si erano concentrate su questa nuova pista. "Io credo che Riccardo sia vivo - dice Elena Fabbri, avvocato della famiglia - Il fatto che Riccardo abbia lasciato l’auto al Furlo non è indicativo per cercarlo tra i morti. Nulla nella diga è stato ritrovato di Riccardo. Nè un calzino, né gli occhiali. Per arrivare alla diga, Riccardo a piedi nudi, o comunque solo con i calzini, avrebbe dovuto passare su un terreno impervio. Si sarebbe procurato dei tagli e i cani molecolari lo avrebbero rilevato. Nulla di tutto questo è stato ritrovato. Le indagini devono proseguire in tutte le direzioni, ma io lo cercherei soprattutto tramite le segnalazioni. Invito tutti a continuare a tenere gli occhi bene aperti e se possibile a mandarci delle foto delle persone che vedono".
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