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Avrebbe attirato con l’inganno una ragazzina di 13 anni all’interno di un garage, con la scusa di aiutarla a ricaricare il cellulare, e lì l’avrebbe molestata. Deve rispondere di violenza sessuale un 66enne di origine albanese per fatti risalenti al 16 dicembre 2024, nel Maceratese. La giovane era diretta a casa di un’amica per studiare, ma non riuscendo a trovare l’abitazione e con il telefono scarico, avrebbe chiesto aiuto a un uomo incontrato per strada. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l’imputato, all’epoca dei fatti badante presso un’abitazione della zona, l’avrebbe convinta a seguirlo in una rimessa. Qui si sarebbe consumata la violenza: l’uomo l’avrebbe molestata, approfittando della situazione. La tredicenne sarebbe poi riuscita a divincolarsi e a fuggire, riuscendo infine a contattare l’amica e a raccontare l’accaduto. I genitori della compagna di scuola hanno sporto immediatamente denuncia ai carabinieri. Il 66enne è stato arrestato e posto ai domiciliari. Il processo, avviato con rito immediato, si è aperto ieri davanti al tribunale collegiale di Macerata, presieduto dal giudice Enrico Pannaggi. Nel corso dell’udienza preliminare, la difesa ha presentato due istanze: l’annullamento dell’interrogatorio reso dopo l’arresto, per presunta assenza di interprete, e una perizia sull’attendibilità della minore. Entrambe le richieste sono state respinte. La giovane, assistita dall’avvocato Luca Pascucci, si è costituita parte civile insieme al padre. In aula è stato anche citato un testimone che avrebbe visto la minore entrare nella rimessa con l’imputato. La prossima udienza è fissata per il primo luglio: la tredicenne verrà ascoltata in audizione protetta. L’imputato resta ai domiciliari.
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