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Dopo la riconsegna di una prima serie di opere avvenuta a fine gennaio, la diocesi di Ascoli Piceno ha ricevuto un nuovo gruppo di sette manufatti restaurati, simboli della fede e dell’identità delle comunità terremotate. Si tratta di un tabernacolo in legno policromo proveniente dalla chiesa della SS. Annunziata a Tufo di Arquata del Tronto, tre busti reliquiari in legno raffiguranti San Vito, San Germano e San Faustino precedentemente custoditi nel deposito dell’Episcopio di Ascoli Piceno, e tre croci astili originarie di Porchiano (Chiesa di San Michele Arcangelo), Pescara del Tronto (Chiesa della Santa Croce) e Monsampietro di Venarotta (Chiesa di San Pietro).

I restauri sono stati eseguiti presso il Laboratorio di Restauro e Deposito della Mole Vanvitelliana di Ancona, una struttura permanente gestita dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata in collaborazione con l’Istituto Centrale per il Restauro (ICR) e finanziata dal Ministero della Cultura. Il laboratorio, che attualmente ospita oltre 1.500 opere provenienti dalle aree più colpite dal sisma del 2016, si è imposto come punto di riferimento per la cura del patrimonio artistico danneggiato, garantendo interventi costanti e coordinati grazie alla presenza di un team specializzato di restauratori.

Secondo il Soprintendente architetto Giovanni Issini, l’emergenza sismica ha reso evidente quanto le opere d’arte siano parte integrante della vita quotidiana delle comunità, rappresentando non solo un valore artistico e culturale, ma anche un legame profondo con le storie personali e collettive. L’attività di recupero, sottolinea Issini, è stata possibile grazie anche alla collaborazione dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, dei sindaci, delle Curie e della Struttura Commissariale.

Don Elio Nevigari della Diocesi di Ascoli Piceno ha evidenziato come, nonostante le difficoltà logistiche dovute all’allontanamento dai paesi di origine, le comunità colpite dal sisma stiano cercando di ricostruire il tessuto sociale attraverso momenti di aggregazione, spesso legati alle celebrazioni religiose tradizionali. Le feste patronali, in particolare, diventano occasioni fondamentali per rinsaldare il senso di appartenenza e recuperare la memoria collettiva dei territori.

Due delle opere appena restituite torneranno ad avere un ruolo centrale in queste celebrazioni: la croce astile della Chiesa della Santa Croce verrà esposta in occasione della festività della Santissima Croce a Pescara del Tronto, mentre la croce proveniente da Monsampietro di Venarotta sarà portata in processione durante la festa di Sant’Attanasio. Il ritorno di questi manufatti sacri rappresenta un importante segnale di rinascita e speranza per popolazioni che ancora oggi affrontano le conseguenze del terremoto.

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