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URBINO - Il reparto di Ortopedia dell’ospedale di Urbino si rafforza con tre nuove assunzioni, un’eccellenza a livello nazionale per la tempestività degli interventi alle fratture di femore che guarda al futuro grazie al rafforzamento dell’organico. "Il reparto di Ortopedia di Urbino è un punto di riferimento per l’intera provincia - spiega il direttore Generale Ast Pu Alberto Carelli - a certificarlo è il Programma Nazionale Esiti 2024, che per le fratture al femore nel paziente over 65, registra per l’ospedale di Urbino più di nove casi su 10 operati entro 48 ore. Uno standard altissimo, superiore a quello previsto dalla Regione e tra i primi in Italia. Nella Regione Marche è attualmente utilizzato come standard l’obiettivo nazionale di intervento entro le 48 ore per l’80 per cento dei pazienti. Nel 2023 su 171 fratture operate presso l’Ortopedia e Traumatologia del "Santa Maria della Misericordia" di Urbino il 93,24 per cento dei casi sono stati operati entro 2 giorni dal ricovero. Un traguardo importante perché la nostra struttura, è in grado di garantire a più del 93% dei pazienti, sopra i 65 anni e con frattura di femore, un intervento chirurgico tempestivo entro le 48 ore. Continuiamo a lavorare e investire nell’ospedale di Urbino punto di riferimento per tutto l’entroterra. Lavorare significa portare avanti obiettivi che rispondano ai bisogni di salute. Per questo abbiamo cambiato l’organizzazione della Murg che continuerà ad operare, anche dopo il primo maggio, garantendo standard di appropriatezza e sicurezza per il paziente”.
L’ottimizzazione della cura dei pazienti anziani con frattura di femore è divenuta una priorità nei sistemi sanitari di diversi paesi ed in particolare la precocità dell’intervento chirurgico è uno degli obiettivi da perseguire poiché ritardi oltre le 48 ore sono stati associati a un raddoppio del rischio di complicanze mediche maggiori.
"Una tempestività chirurgica - aggiunge Paolo Pirchio Direttore della Struttura Ortopedia e Traumatologia dell’ospedale di Urbino - che costituisce un evidente beneficio di salute e anche un vantaggio in termini di risorse impiegate: migliori out-come funzionali, minore durata del dolore, minori complicanze post-operatorie, riduzione della mortalità. Il Piano Nazionale Esiti del Ministero della sanità infatti certifica che nel 2023 la percentuale di mortalità dei pazienti ricoverati ed operati per frattura di femore presso il nosocomio di Urbino è stata dello 0,58% rispetto ad una media nazionale del 5,02%. Un altro dato che conferma la qualità delle prestazioni erogate. Questo importante traguardo è stato reso possibile dal costante aggiornamento delle tecniche chirurgiche per rendere l’intervento sempre meno invasivo in pazienti estremamente fragili e grazie alla dedizione del personale infermieristico del Reparto di Ortopedia e del blocco operatorio chiamato spesso a lavorare in regime di urgenza. Per questo queste nuove assunzioni ci permetteranno di crescere sempre di più. Risultati ottenuti grazie alla collaborazione con i colleghi dei reparti di Anestesia e Cardiologia che ci hanno permesso di operare nelle migliori condizioni cliniche possibili e con i colleghi dei reparti di Fisiatria e Medicina con i quali abbiamo iniziato da circa un anno una proficua sinergia anche per la diagnosi e terapia nella prevenzione delle rifratture da fragilità”.
"Continuiamo a lavorare per potenziare le assunzioni e dare vita ad una sanità più efficiente e vicina ai cittadini - dichiara il Vice Presidente della Giunta e Assessore alla Sanità della Regione Marche, Filippo Saltamartini - Queste assunzioni sono il frutto delle politiche sanitarie che abbiamo attuato come Giunta regionale, finanziando le borse di specializzazione per i medici, che dal 2021 abbiamo innalzato portandole a 150. L’Ortopedia di Urbino è un fiore all’occhiello della sanità marchigiana che stiamo lavorando per valorizzare ulteriormente a beneficio della salute dei cittadini".
Le fratture da fragilità rappresentano uno dei principali problemi sanitari dei Paesi sviluppati. Le fratture di femore in particolare sono gravate da una mortalità in fase acuta intorno al 5-8% e da quella ad un anno che arriva al 25-30%, a fronte di una mortalità attesa ad un anno per lo stesso gruppo di età non superiore al 10%.
Dati recenti inoltre confermano che a 6 mesi dalla frattura oltre la metà dei soggetti in vita ha perso l’autonomia in almeno una delle abilità di base necessarie per la vita quotidiana. Il 30% dei pazienti in precedenza indipendenti, inoltre, risulta non essere più autonomo nel cammino. Il numero dei ricoveri ospedalieri legato alla frattura di femore è inoltre in continua crescita.