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Arriva una notizia tanto attesa dalla comunità: è stato approvato l’intervento di riparazione e consolidamento della storica chiesa dei Santi Nicola e Ilario. L’ok è arrivato dalla Conferenza regionale, che ha dato il via libera a un importante progetto di recupero per un edificio simbolo del territorio, sia per il suo valore storico-artistico che per il suo ruolo aggregativo.

La chiesa, a navata unica, fa parte di un complesso strutturato su quattro livelli e comprende anche la sacrestia e alcuni locali di deposito per i materiali liturgici. Le murature, realizzate in pietrame di arenaria del tipo "a sacco", mostrano evidenti segni del tempo e dei terremoti che hanno colpito la zona.

I lavori prevedono interventi strutturali rilevanti: verranno realizzati cordoli in acciaio tralicciato, si procederà alla demolizione e al rifacimento del tetto con travi in legno massiccio, e saranno sostituite le architravi danneggiate con elementi in acciaio. Inoltre, le murature lesionate saranno riparate con malta, verranno installati nuovi tiranti in acciaio nella zona degli archi e sarà realizzato un vespaio areato nell’aula della chiesa. L’investimento complessivo è pari a 249.961,19 euro.

«Un risultato importante che ci permette di guardare al futuro con più fiducia – ha dichiarato il sindaco Emiliano Sciamanna –. Ringrazio il Presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, il Commissario alla ricostruzione Guido Castelli, l’Arcivescovo Gianpiero Palmieri e l’Ufficio speciale per la ricostruzione per il lavoro sinergico svolto. Questa chiesa è il cuore della nostra comunità e tornare a viverla significa molto, soprattutto dopo anni in cui le celebrazioni religiose si sono svolte in spazi di fortuna, come i garage».

Sciamanna ha anche voluto ricordare Gloria Pignoloni, giovane concittadina scomparsa prematuramente e profondamente legata al territorio: «Quella chiesa era anche la sua. Roccafluvione, Rocca Casaregnano, Cuccaro e Capoilcolle sono luoghi vivi, pieni di giovani e di voglia di comunità. Gloria li amava e li rappresentava».

Un passo importante, dunque, nel cammino della ricostruzione post-sisma, che va oltre il semplice restauro architettonico: è un ritorno alle radici, alla spiritualità e all’identità di una comunità che non ha mai smesso di credere nel proprio futuro.

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