Condividi:

SAN BENEDETTO - Daniele Seghetti, il 29enne di Grottammare finito a Torrette per le lesioni riportate alla testa e all’addome nella rissa sfociata nell’omicidio di Amir Bhenkarbush, è stato dimesso e trasferito in carcere. L’indagato che deve rispondere di rissa aggravata, assistito dall’avvocato Maurizio Cacaci, era stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico di asportazione della milza. 

L’altro grottammarese Helmi Nessibi, ricoverato al Madonna del Soccorso, resta l’unico dei cinque arrestati che non è ancora stato trasferito in carcere. Dietro l’orecchio di Nessibi è stato asportato ieri mattina chirurgicamente un pezzetto di metallo che potrebbe essersi staccato dalla mannaia spuntata nella rissa. La procura di Ascoli Piceno ha disposto il sequestro del reperto che è stato eseguito dai carabinieri di San Benedetto. 

Ieri il sopralluogo degli artificieri dei carabinieri nel tratto della corsia est del lungomare nord a dieci giorni di distanza dalla rissa sfociata nell’omicidio del 24enne Amir Bhenkarbush, avvenuto all’alba di domenica 16 marzo ma dell’arma del delitto ancora nessuna traccia.

Il giovane di Giulianova sarebbe stato ucciso, secondo la ricostruzione degli inquirenti, da una coltellata sferrata erroneamente dal suo amico, il 20enne Federico Di Stanislao, l’unico dei cinque arrestati che deve rispondere dell’accusa di omicidio.

Il ragazzo avrebbe riferito di aver lanciato il coltello nell’aiuola spartitraffico, tra lo chalet Kontiki dov’è iniziata la lite tra i due gruppi di ragazzi e l’hotel Arlecchino, dov’era parcheggiata la Fiat Panda dei giuliesi. Le ricerche avviate subito dopo i fatti, sia con il metal detector, sia tagliando i cespugli di rosmarino, sono risultate vane.

Per questo è stato chiesto l’ausilio del nucleo artificieri che hanno ispezionato anche i tombini del lungomare alla ricerca dell’arma bianca ma senza esito

Tutti gli articoli